Aumentano le risorse totali, che arrivano a 222,9 miliardi, mentre diminuiscono di poco quelle per la transizione verde, passando a 68,9 miliardi. Nella nuova bozza del Recovery Plan è inoltre specificato il contenuto delle 47 linee di intervento, raggruppate in 6 macro missioni. Per quanto riguarda l'idrogeno, scompaiono i progetti dedicati alla cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) e si parla solo di idrogeno verde, anche per rilanciare l'ex Ilva di Taranto. Nel campo delle rinnovabili, infine, ci si concentra sullo sviluppo di progetti fotovoltaici galleggianti ed eolici offshore, prevedendo un aumento di 4,5-5 GW della capacità di rinnovabili installata entro il 2026. Rispetto alla versione circolata la scorsa settimana, la nuova bozza di Piano ha confermato il mix di risorse che attinge anche dai fondi coesione. È stata poi leggermente modificata la ripartizione dei fondi dedicati alla missione “rivoluzione verde e transizione ecologica”, destinando 6,30 miliardi a “impresa verde ed economia circolare”, 18,22 miliardi alla “transizione energetica e mobilità locale sostenibile”, 29,35 miliardi all' “efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”, 15,03 miliardi alla “tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica”. Passando al comparto dell'idrogeno, è stato fissato l'obiettivo di “creare da 5 a 10 Hydrogen Valley” riconvertendo le aree industriali abbandonate per testare la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Oltre allo sviluppo della filiera degli elettrolizzatori, è previsto anche l'impiego dell'idrogeno verde nell'industria “Hard-to-abate” a cominciare dalla decarbonizzazione dell'ex Ilva di Taranto. Per quanto riguarda infine l'economia circolare, è stata ribadita la volontà di affrontare le situazioni critiche nella gestione dei rifiuti nelle grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia.

Fonte: Staffetta Quotidiana