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Caro-prezzi, nuovo allarme degli energivori

News nazionali
17 dicembre 2021

 

Nuovi allarmi dagli energivori confindustriali sul fronte del caro-prezzi. L’occasione per le prese di posizione di Assovetro e Assocarta/Cepi è data non solo dal perdurare dei rincari ma anche da due recenti importanti novità: il varo del Pacchetto gas Ue e le dichiarazioni del premier Draghi alla Camera. Per Assovetro, in particolare, è “imprescindibile” dare seguito a quanto affermato dal presidente del Consiglio sulla necessità di chiamare a contribuire a contribuire “alla partecipazione dei costi”. le “aziende che hanno realizzato profitti” grazie all’impennata dei prezzi. “Occorre che tutti i soggetti, dal Governo agli attori principali della filiera dell’energia, cooperino per evitare di compromettere definitivamente l’industria nazionale”, sottolinea l’associazione. Dal canto proprio, l'industria cartaria e forestale rappresentata da Assocarta e Cepi chiede “un accesso facilitato a tutti i gas rinnovabili e decarbonizzati a prezzi accessibili per soddisfare le proprie esigenze energetiche”. A breve termine, rimarcano le due associazioni, “il pacchetto gas dovrebbe allontanare quello che spesso viene indicato come un fattore dell'attuale crisi energetica, il basso grado di circolazione del gas attraverso alcuni confini europei, che deve essere invece facilitato. La creazione di un mercato del gas liquido e competitivo è cruciale e le barriere allo scambio di gas devono essere rimosse”. “La produzione di carta, materiale rinnovabile, riciclabile, compostabile e effettivamente riciclata, è fortemente connessa al vettore gas. Oggi in Europa il 70% del riciclo della carta usa gas, gas che è aumentato del 500% nell’ultimo anno. Senza la disponibilità di gas a costi accettabili non c’è né transizione energetica né economia circolare” commenta Massimo Medugno, dg Assocarta. “Per un'industria che offre prodotti rinnovabili e riciclati – aggiunge Jori Ringman, Cepi general director - è essenziale che l'energia che alimenta i nostri processi sia sempre più pulita. Questo ci permette di essere all'altezza della promessa della bioeconomia. Le aziende del nostro settore hanno costantemente investito nell'efficienza energetica e nelle energie rinnovabili negli ultimi decenni, a livelli non paragonabili ad altri settori manifatturieri in Europa. Agendo progressivamente come produttori e consumatori di energia rinnovabile, possiamo anche aiutare altri settori, come la mobilità, l'edilizia abitativa e altre industrie e da decarbonizzare”. Intanto, anche il Consorzio Renergy (che serve 540 aziende nell'energia elettrica per oltre 400 milioni di kWh e 250 aziende nel gas per oltre 70 milioni di metri cubi) mostra preoccupazione per i prossimi mesi. "Grazie alle strategie di acquisto del nostro consorzio - sottolinea una nota - le imprese reggiane hanno subito solo in parte i prezzi impazziti ma, se non vi saranno novità sul fronte geopolitico europeo, i nuovi contratti del 2022 non lasceranno scampo a nessuno".

Fonte: Quotidiano Energia