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Caro energia e transizione, l'intervento di Draghi in Senato

News nazionali
21 ottobre 2021

Per attuare la transizione energetica è indispensabile “l'intervento dello Stato”, mentre serve un sistema europeo di stoccaggio del gas per contrastare il rincaro delle bollette. Inoltre le politiche ambientali devono tener conto della capacità di adattamento delle imprese, senza gravare sulle fasce più deboli della popolazione. È il monito lanciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che è intervenuto questa mattina nell'Aula del Senato per illustrare i punti all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo. “I temi in discussione – ha dichiarato Draghi – sono la pandemia e i vaccini, la transizione digitale, il costo dell'energia, le migrazioni, il commercio estero, gli impegni internazionali e, in particolare, la COP 26”. Per quanto riguarda “il forte aumento del costo del gas e dell'elettricità”, Draghi ha spiegato che i “rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali. La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili. Il Governo – ha aggiunto – si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette”, stanziando lo scorso giugno 1,2 miliardi di euro per ridurre gli oneri di sistema. “Poche settimane fa – ha puntualizzato – siamo intervenuti ulteriormente con più di 3 miliardi di euro per calmierare i prezzi dell'ultimo trimestre dell'anno soprattutto per le fasce più deboli della popolazione”. Con riferimento infine al vertice del G20, che si terrà a Roma il prossimo 30 e 31 ottobre, Draghi ha spiegato che saranno anticipate “alcune delle negoziazioni che si terranno durante la Cop26 di Glasgow, per la quale l'Italia è in partenariato con il Regno Unito”. Rispetto agli impegni ambiziosi di decarbonizzazione assunti dall'Unione Europea al 2030 e al 2050, Draghi ha evidenziato che l'Ue “è responsabile di appena l'8% delle emissioni globali, pertanto senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali non potremo rispettare gli accordi di Parigi e contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo. I Paesi del G20 nel loro complesso producono circa tre quarti del totale mondiale delle emissioni. La crisi climatica – ha concluso – può dunque essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo”. Nel pomeriggio, alle 16, il Presidente del Consiglio si recherà alla Camera per replicare le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

 

Fonte: Staffetta Quotidiana