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Cingolani e il Piano dei piani

News nazionali
16 ottobre 2021

Sono tanti gli spunti emersi dall’audizione di ieri del ministro Cingolani davanti alle commissioni Ambiente di Camera e Senato chiamato a riferire sul Piano per la transizione ecologica, predisposto dal Cite e ora all’esame del Parlamento. Tanti spunti e tutti di rilievo che abbiamo approfondito ieri e oggi ma che meritano qui di essere brevemente ripercorsi. Dalle affermazioni sull’upstream nazionale: “Se potessimo avere una percentuale (maggiore, ndr) di gas italiano, estratta da giacimenti che già ci sono e quindi non nuovi, stabilizzeremmo il mercato e pagheremmo di meno”, ha detto rivolgendosi ai parlamentari e precisando che si tratta di “riflessioni” ma che “abbiamo il dovere di guardare a questo problema in maniera molto laica nel tentativo di difendere il percorso della transizione ecologica, ma anche la stabilità sociale”. Alla forte presa di posizione sui progetti eolici e solari fermati dalle Soprintendenze, pari a 3 GW secondo i numeri forniti dal ministro: “Ho chiesto di portare in Consiglio dei ministri la decisione con i poteri sostitutivi dello Stato. Spero di non doverlo fare per ogni benedetto impianto. Mi auguro che ci sia un intendimento comune, anche se è chiaro che parliamo due lingue diverse. Qualcuno deciderà cosa fare, ma troviamo una via di mezzo. Non è possibile che le cose siano tutte ferme o sbagliate”, ha affermato. Dopo aver ripercorso le strategie internazionali (Fit for 55, European green deal, G20, Cop26) e nazionali (Pnrr, Pniec, Pitesai, Piano per adattamento ai cambiamenti climatici, Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, Piano per la transizione ecologica) con cui si lavora alla decarbonizzazione, il titolare del Mite ha ammesso che “forse abbiamo troppi Piani” e che sarebbe utile “un documento di sintesi”. Una sorta di Piano dei piani, come abbiamo scritto ieri.

Fonte: Quotidiano Energia