Skip to main content

Caro-energia, Bruxelles ora non poteva fare di più

News nazionali
15 ottobre 2021

“Deploriamo l’assenza dalla ‘toolbox’ proposta dalla Commissione di misure o strumenti finanziati a livello europeo per intervenire con urgenza nella crisi energetica”. E’ il commento a caldo del gruppo socialdemocratico all’Europarlamento al pacchetto contro il caro-energia presentato ieri, che deludendo le aspettative di molti si limita a elencare le misure a disposizione degli Stati membri e a indicare alcune proposte per il medio-termine. Secondo gli eurodeputati S&D, Bruxelles avrebbe dovuto agire urgentemente con drastici interventi come “il congelamento temporaneo del prezzo dell’elettricità in tutta la Ue ai livelli di inizio anno” e la creazione di “una piattaforma europea per negoziare le risorse energetiche importate da Paesi terzi al fine di ottenere migliori prezzi, come è stato fatto per i vaccini Covid-19”. Analogamente, la ministra della Transizione spagnola Teresa Ribera, la prima ad aver lanciato precise proposte per un’azione comune Ue per contrastare l’aumento delle bollette, ha definito “insufficienti” e “incoerenti” le proposte della Commissione, che “non affrontano l’eccezionalità della situazione e le sfide che abbiamo davanti”. Ciò nonostante, ha avvertito il ministro della Transizione Roberto Cingolani, “l’obiettivo di sterilizzare gli aumenti per tutte le categorie economiche e sociali richiederà molte più risorse di quelle disponibili”. Intervenendo alla Camera, Cingolani ha perciò annunciato che ai tavoli Ue l’Italia premerà per un’azione “non solo sugli effetti ma anche sulle cause, attraverso un ulteriore rafforzamento dei meccanismi del mercato europeo”. Bruxelles può e intende agire nel medio-termine con provvedimenti di più ampio respiro, ma non dispone di armi rapide ed efficaci per far fronte al repentino aumento dei prezzi dell’energia. E seppure se le avesse, il loro impiego sconfesserebbe due dei pilastri delle politiche europee degli ultimi 30 anni, ovvero la concorrenza e la difesa dell’ambiente.

“Deploriamo l’assenza dalla ‘toolbox’ proposta dalla Commissione di misure o strumenti finanziati a livello europeo per intervenire con urgenza nella crisi energetica”. E’ il commento a caldo del gruppo socialdemocratico all’Europarlamento al pacchetto contro il caro-energia presentato ieri, che deludendo le aspettative di molti si limita a elencare le misure a disposizione degli Stati membri e a indicare alcune proposte per il medio-termine. Secondo gli eurodeputati S&D, Bruxelles avrebbe dovuto agire urgentemente con drastici interventi come “il congelamento temporaneo del prezzo dell’elettricità in tutta la Ue ai livelli di inizio anno” e la creazione di “una piattaforma europea per negoziare le risorse energetiche importate da Paesi terzi al fine di ottenere migliori prezzi, come è stato fatto per i vaccini Covid-19”. Analogamente, la ministra della Transizione spagnola Teresa Ribera, la prima ad aver lanciato precise proposte per un’azione comune Ue per contrastare l’aumento delle bollette, ha definito “insufficienti” e “incoerenti” le proposte della Commissione, che “non affrontano l’eccezionalità della situazione e le sfide che abbiamo davanti”. Ciò nonostante, ha avvertito il ministro della Transizione Roberto Cingolani, “l’obiettivo di sterilizzare gli aumenti per tutte le categorie economiche e sociali richiederà molte più risorse di quelle disponibili”. Intervenendo alla Camera, Cingolani ha perciò annunciato che ai tavoli Ue l’Italia premerà per un’azione “non solo sugli effetti ma anche sulle cause, attraverso un ulteriore rafforzamento dei meccanismi del mercato europeo”. Bruxelles può e intende agire nel medio-termine con provvedimenti di più ampio respiro, ma non dispone di armi rapide ed efficaci per far fronte al repentino aumento dei prezzi dell’energia. E seppure se le avesse, il loro impiego sconfesserebbe due dei pilastri delle politiche europee degli ultimi 30 anni, ovvero la concorrenza e la difesa dell’ambiente.

Fonte: Quotidiano Energia