Skip to main content

Russia e Usa con le parole provano a raffreddare i prezzi dell’energia  

News internazionali
8 ottobre 2021

Parole, soltanto parole. Perché sul mercato dell’energia cambi davvero qualcosa si dovrà attendere. Usa e Russia sono arrivate a dichiarazioni abbastanza pesanti da concedere quanto meno una tregua alla folle corsa dei prezzi dei combustibili. Il gas – pur scambiato tuttora a prezzi esorbitati sopra 90 euro – ha continuato anche ieri a perdere quota dopo l’intervento di Putin. Il petrolio ha ceduto circa il 3% portandosi sotto gli 80 dollari a barile per poi risalire a 82. La segretaria all’energia Usa Granholm ha dichiarato di essere pronti a tutto pur di alleviare il peso della bolletta anche tramite il ricorso a scorte e alla possibilità di limitare le esportazioni. Quest’ultima rappresenterebbe un’inversione rispetto alla politica degli ultimi anni, in cui gli americani hanno cercato in ogni modo fi promuoversi come affidabili fornitori di petrolio e Gnl. Oggi le metaniere sono inviate soprattutto in Asia, dove spuntano prezzi ancora maggiori di quelli europei. E la produzione non corre più come un tempo. Così in attesa della transizione energetica non resta che appellarsi all’Opec+. Quanto al gas, l’Europa potrebbe veder salire le forniture russe. Il direttore dell’Aie ha detto che se la Russia farà quanto detto ci sarà un effetto calmierante e ne hanno la capacità, per un aumento fino al 15%.

Fonte: MF – Andrea Pira (pag. 2)