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Industrie in allarme. A Ferrara primo stop alla produzione  

News nazionali
7 ottobre 2021

Operai e tecnici della Yara di Ferrara, azienda che produce fertilizzanti con casa madre in Norvegia, per ora non andranno in cassa integrazione: continueranno a lavorare, non sugli impianti ma si dedicheranno alla manutenzione e a corsi di formazione. E’ quanto stabilito dai vertici dell’azienda dopo la decisione di fermare la produzione per almeno 6-8 settimane a causa del prezzo del gas naturale, raddoppiato da gennaio e salito del 440% dall’inizio della pandemia. Le entrate dalla vendita di fertilizzanti non coprono i costi della materia prima e quindi molto meglio fermare tutto in attesa che passi l’emergenza. Per ora il caso della Yara resta isolato, ma rappresenta un campanello di allarme per un comparto industriale che vale oltre 80 miliardi e che potrebbe essere travolto dalla crisi energetica che sta colpendo tutta l’Europa. L’industria chimica è uno dei sette settori che vengono definiti “energivori”, per la grande quantità di energia che consumano per le loro attività. Oltre alla chimica, ne fanno parte acciaierie, cementifici, fonderie e poi tutte le fabbriche di ceramica, vetro e carta: settori di peso per tutta l’economia italiana, con l’export che pesa fino al 65% del loro giro d’affari.

Fonte: La Repubblica – Luca Pagni (pag. 15)