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Ceramica, allarme costi per il taglio delle emissioni

News nazionali
15 settembre 2021

L’abbattimento delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, per i settori dell’industria manifatturiero cosiddetti “hard to abate”, richiede non solo di far leva su più strategie, ma anche di rivedere il meccanismo che regola il sistema degli ETS. Lo schema unilaterale disposto da Bruxelles per il contenimento delle emissioni di CO2, ha fatto schizzare in alto il prezzo delle quote di anidride carbonica. Secondo Franco Manfredini, Presidente della Commissione Energia di Confindustria Ceramica, bisogna evitare gli errori commessi con le energie rinnovabili per i pannelli fotovoltaici, dove oneri esorbitanti e meccanismi legislativi hanno favorito solo la speculazione finanziaria ed impoverito la competitività delle imprese. Per la ceramica lo scenario di riduzioni delle emissioni al 2030 parla dell’utilizzo del biogas, del recupero di calore e dell’efficientamento energetico, mentre al 2050 di nuove tecnologie ed altri green fuel, la cui disponibilità e competitività nel tempo sarà da verificare. Le piastrelle ceramiche saranno prodotte in Paesi che non hanno i medesimi obblighi europei, ottenendo il risultato di aumentare le emissioni causate anche dai più lunghi percorsi per il loro trasporto.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Natascia Ronchetti (pag. 19)