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Transizione energetica, compagnie petrolifere a rischio dietrofront

News internazionali
01 settembre 2021

Compagnie petrolifere sempre più sotto pressione nel fissare e raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione fino all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. Partendo dalla sentenza del tribunale olandese che obbliga Royal Dutch Shell a ridurre le emissioni nette di carbonio del 45% entro il 2030, la Darren Peers (analista di investimenti azionari per Capital Group) ha affermato che è possibile prevedere che le compagnie petrolifere saranno indotte ad adottare misure di riduzione delle emissioni facendo leva sulle leggi e sulle politiche vigenti. Questo vuol dire che dovranno ridurre la loro impronta di carbonio ad un ritmo sostenuto. Si osserva che da diversi anni i colossi del petrolio investono in misura minore nelle loro attività tradizionali e che molti di essi sono sottoposti a pressioni verso un disinvestimento di determinate attività di combustibili fossili. I colossi europei, in particolare, si trovano nell’occhio del ciclone e hanno sviluppato importanti programmi per tentare una de-carbonizzazione di concerto con la società. Le principali compagnie statunitensi, invece, sono state meno proattive. Secondo Darren Peers, una misura efficace sarebbe una carbon tax che definisca un prezzo sul carbonio. Il rischio che si corre è un’inversione di marcia delle oil company, ovvero minori investimenti nelle attività del petrolio con una flessione dell’offerta proprio quando la domanda mondiale sta registrando una ripresa.

Fonte: MF – Angela Zoppo (pag. 6)