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Idrogeno, in Italia rete di 1.750 km al 2030

News nazionali
26 giugno 2021

Entro il 2030 l’Italia potrebbe avere una rete di trasporto dell’idrogeno di 1.750 km, la più estesa tra i nove Paesi europei considerato da un nuovo studio di Gas for Climate. La Spagna, infatti, raggiungerebbe quota 1.520 km e la Germania 1.480 km, con le altre reti nettamente distanziate (Olanda 1.183 km, Svezia 1.040 km, Grecia 670 km, Belgio 640 km, Francia 630 km e Danimarca 200 km). In base allo studio gli idrogenodotti italiani saranno costituiti al 2030 da 530 km di nuove condotte dedicate e da 1.220 km di gasdotti esistenti convertiti e si estenderanno dalla Sicilia alle hydrogen valley del Nord con un potenziale collegamento per l’import di H2 dalla Tunisia. Lo studio, che rappresenta la “visione” di 11 Tso europei (per l’Italia Snam), si concentra sul quadro normativo necessario a favorire la creazione di una infrastruttura di trasporto dell’idrogeno attraverso il continente, che nei nove Paesi coinvolti in Gas for Climate sarà costituita al 2030 da 9.110 km per un investimento complessivo di 11 miliardi di euro. Gas for Climate formula sette proposte per consentire il decollo dell’infrastruttura, a cominciare dal riconoscimento del “ruolo del gestore dell’infrastruttura nello sviluppo del mercato del gas rinnovabile e low-carbon”. Dovranno poi essere introdotte a livello Ue definizioni armonizzate per l’idrogeno e standard per il trasporto e l’immissione di H2 nella rete. Bisognerà inoltre permettere il commercio transfrontaliero dell’idrogeno rinnovabile e low-carbon e definire un quadro normativo sull’accesso di terzi e il livello di unbundling, nonché introdurre esenzioni per le hydrogen valley e le reti private e garantire la coerenza tra il quadro normativo sull’H2 e la politica Ue per la transizione energetica. Infine, dovrebbero essere chiariti i termini di finanziamento delle infrastrutture dedicate all’idrogeno, che secondo lo studio dipendono strettamente dal contesto nazionale di ciascun Paese. Nel lungo-termine, però, tutti i membri di Gas for Climate ritengono che il sistema di finanziamento migliore sia la remunerazione tramite Rab.

Fonte: Quotidiano Energia