Gli investimenti nell’energia cresceranno del 10% quest’anno, fino a 1900 miliardi di dollari, recuperando la maggior parte del crollo dell’anno scorso causato dalla pandemia. La spesa nella transizione verso l’energia pulita deve però accelerare per raggiungere gli obiettivi climatici. Il 2021 sarà il sesto anno consecutivo in cui gli investimenti nel settore elettrico supereranno quelli nelle tradizionali forniture di petrolio e gas. Sarà anche il primo anno in cui gli investimenti per le fonti rinnovabili saranno superiori a quelli per l’estrazione di petrolio e gas. Nel 2021, infatti, gli investimenti per le rinnovabili ammonteranno a 367 miliardi di dollari, il 70% del totale investito in nuova capacità di generazione elettrica, a cui andranno complessivamente 530 miliardi di dollari, includendo fonti fossili e nucleare. Considerando anche le reti elettriche e i sistemi di accumulo, l’elettrico avrà investimenti per più di 820 miliardi di dollari, in crescita del 5% sul 2020 e al massimo storico. Dietro la crescita delle rinnovabili c’è il calo dei costi dell’energia verde. Anche gli investimenti per le attività upstream di petrolio e gas continuano a crescere: nel 2021 aumenteranno del 10% rispetto al 2020, con circa 351 miliardi di dollari investiti, in netta ripresa dopo la pandemia, anche se non torneranno ai livelli del 2019. Cresce, però, anche la riconversione alle fonti pulite delle compagnie petrolifere: le compagnie oil-gas dedicheranno il 4% dei loro investimenti totali nel 2021 alle tecnologie pulite, dall’1% nel 2020, con percentuali superiori al 10% per alcuni grandi gruppi europei. In definitiva, i 750 miliardi di dollari di investimenti previsti nel 2021 in fonti pulite ed efficienza energetica restano ben al di sotto di quanto richiesto per un percorso di sostenibilità, compatibile con il traguardo di azzerare le emissioni nette di CO2 al 2050.

Fonte: Corriere della Sera, L’Economia – Elena Comelli (pag. 31)