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Idrogeno, Sgi si allea con Società Chimica Bussi

News nazionali
2 luglio 2021

Un progetto da 7 milioni di euro per sperimentare l’immissione sulla rete gas di idrogeno verde con miscela all’1% e possibile incremento fino al 10% “non appena la normativa lo consentirà”. È quanto prevede l’accordo siglato da Società Gasdotti Italia con Società Chimica Bussi, azienda di Bussi Sul Tirino (Pescara) appartenente al Gruppo Gestioni Industriali. L’iniziativa denominata HyBRIDS - HYdrogen Bidirectional Redelivery Injection & Dynamic Storage facility, avrà una durata compresa tra i 24 e i 36 mesi ed è incluso tra i 997 progetti della European Clean Hydrogen Alliance, di cui Sgi. è membro. In particolare, i lavori di ingegneria preliminare dureranno per tutto il 2021, mentre l’avvio della fase autorizzativa è prevista nel 2022, con prima immissione in rete nel 2025. D’accordo prevede, in caso di conclusione positiva della sperimentazione, il successivo utilizzo su base commerciale dell’infrastruttura da parte di Società Chimica Bussi. Scb produce già oggi idrogeno verde attraverso processi elettrolitici alimentati da energia idroelettrica, che sarà conferito in misura prevalente nel progetto HyBRIDS. L’obiettivo, spiega una nota, è testare sul campo le procedure e gli impianti per la miscelazione continua di idrogeno-metano nella rete da 1.800 km di Sgi. L’iniziativa consentirà inoltre “di elaborare meccanismi di mercato in grado di incentivare e valorizzare la produzione e il consumo dell’idrogeno verde”. Il Tso realizzerà le infrastrutture di connessione agli impianti Scb e un idrogenodotto del diametro di 8 pollici (pari a circa 20 cm) che avrà anche una funzione di accumulo al pari di un impianto di stoccaggio con possibilità di reverse flow, ovvero di restituzione dell’idrogeno a Scb in caso di necessità da parte dei propri processi produttivi. Infine, sempre Sgi. realizzerà l’impianto di miscelazione e immissione dell’idrogeno in rete. Per coprire almeno una quota dell’investimento di 7 mln €, conclude la nota, “saranno richiesti finanziamenti da parte dell’Ue e a livello nazionale”.

Fonte: Quotidiano Energia