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Il petrolio vira al ribasso. Ora il mercato teme una guerra dei prezzi

News internazionali
7 luglio 2021

I prezzi del petrolio salgono sull’ottovolante. Ieri, dopo aver toccato i massimi degli ultimi sette anni, le quotazioni hanno cambiato direzione. Ora gli investitori ritengono sia arrivato il momento di una correzione che potrebbe rivelarsi anche molto profonda, soprattutto se non verrà presto trovato un accordo tra i Paesi che si raccolgono nell’OPEC Plus, il cartello dei maggiori Paesi produttori guidato dall’Arabia Saudita e negli ultimi anni allargato anche alla Russia. In assenza di una intesa, il mercato ha paura da un lato di una guerra dei prezzi al ribasso per conquistare quote di mercato, con la conseguenza di vendite massicce sui future del greggio. Dall’altro lato teme che prezzi comunque elevati possano pesare sull’inflazione, rallentando la ripresa economica. Tutto questo mentre il prezzo della benzina alla pompa ieri ha toccato 1,634 euro al litro, cioè il livello massimo dal 20 settembre del 2020. La corsa del petrolio è trainata al rialzo dall’aumento della domanda, cresciuta con la fine dell’emergenza pandemica e non appena il mercato ha iniziato a scommettere sul successo delle campagne vaccinali. Di fronte all’aumento della domanda si è spaccato il fronte dei Paesi dell’OPEC Plus, il cui vertice avrebbe dovuto decidere di quanto aumentare i volumi da offrire al mercato. Il progetto è fallito davanti al netto rifiuto degli Emirati Arabia Uniti, produttore emergente grazie agli investimenti miliardari realizzati negli ultimi 3-4 anni: Abu Dhabi chiede di rivedere la propria quota di produzione, in forza delle sue maggiori disponibilità e ha proposto più in generale di aumentare l’offerta sul mercato. Siccome le decisioni dell’OPEC Plus vanno prese all’unanimità, la trattativa si è conclusa lunedì scorso con un nulla di fatto. Non è ancora dato sapere quando verrà convocata una nuova riunione del cartello dei maggiori produttori di greggio.

Fonte: La Repubblica – Luca Pagni – (pag. 27)