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Enel, allarme dei sindacati sul ridimensionamento del gas nel phase out

News nazionali
15 luglio 2021

Dimezzamento della taglia degli impianti a gas da costruire in sostituzione di quelli a carbone di Torre Valdaliga Nord e Brindisi (da 1.600 a 800 MW ciascuno); rinuncia alla costruzione dei cicli combinati successivamente ai cicli aperti a La Spezia e Fusina. È il “ridimensionamento” del piano Enel per il passaggio da carbone a gas illustrato lo scorso 8 luglio dall'azienda alle segreterie nazionali si Filctem, Flaei e Uiltec. Mosse che si aggiungono all'annuncio fatto da Starace qualche giorno fa di voler “saltare” la fase del gas in Sardegna per passare direttamente al “tutto elettrico”. Tema, questo della Sardegna, su cui lo stesso 8 luglio si è svolto un confronto tra azienda e sindacati che ha lasciato questi ultimi più che perplessi, non condividendo l'idea annunciata da Enel di rinunciare alla conversione a gas della centrale del Sulcis. Quanto al ridimensionamento di Torre Nord e Brindisi, la richiesta è venuta dalla Commissione Via del Mite che sta esaminando i progetti che dovranno partecipare al capacity market. Il ridimensionamento, sottolineano i sindacati, “rende ulteriormente critica la transizione dal carbone a combustibili meno inquinanti, con un ulteriore impatto negativo sulla occupazione negli impianti e soprattutto nei territori interessati. Quanto alla Sardegna, Enel propone di saltare la fase di transizione a gas per gli impianti termoelettrici prospettando una totale transizione alla produzione elettrica rinnovabile entro il 2030, con oltre 4 GW aggiuntivi di rinnovabili, poco meno di 1 GW di accumuli e un importante sviluppo delle reti di distribuzione. Inoltre, “le tempistiche di messa in esercizio del Tyrrhenian Link sono incompatibili con le vicine scadenze per lo spegnimento delle centrali a carbone, mentre la stessa Terna ha sempre sostenuto la necessità di una produzione termica a gas (peaker) per garantire la tenuta del sistema”. Filctem, Flaei e Uiltec “sono contrarie ad una rinuncia tout court da parte di Enel alla trasformazione a gas dell'impianto Sulcis, in assenza di alternative che garantiscano la stabilità del sistema energetico isolano e la compatibilità con gli interessi di rilancio occupazionale, soprattutto nell'indotto degli impianti di produzione elettrica e nelle fasi di costruzione degli stessi”. Per questo i sindacati chiederanno al Mite la riunione dei tavoli interistituzionali previsti dal Pniec per il phase out e la transizione energetica.

Fonte: Staffetta Quotidiana