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La guerra del gas. “Bollette e clima, così pagheremo la prossima crisi”

News nazionali
9 maggio 2022

 

Ricorso al carbone, aumento delle bollette e un probabile razionamento di energia elettrica e gas. Questo è lo scenario delineato dalla Fondazione Enrico Mattei per i prossimi dodici mesi qualora i flussi di gas dalla Russia dovessero fermarsi a causa dell’inasprirsi del conflitto in Ucraina. A rendere più incerta la situazione è la decisione russa di bloccare le forniture a Polonia e Bulgaria. In merito a quanto si possa realisticamente ridurre il peso del gas nel mix energetico dell’Italia, la Fondazione ha realizzato delle simulazioni. In caso di stop alle importazioni dalla Russia, e considerato anche che le misure discusse nelle ultime settimane non sono attivabili in tempi brevi, l’Italia avrebbe comunque un deficit di 15 miliardi di metri cubi nei prossimi dodici mesi. Una deficit che potrebbe essere ridotto di circa 4 miliardi di metri cubi massimizzando la produzione di energia elettrica da carbone ma a costo di un forte aumento delle emissioni. Gli analisti hanno poi studiato uno scenario di “autarchia” (chiusura degli interscambi di elettricità lungo le frontiere) e uno di “cooperazione europea” (apertura degli interscambi secondo un meccanismo di coordinamento europeo). Nel primo scenario sarebbe indispensabile prevedere – affermano gli analisti di Feem –misure di contenimento della domanda elettrica e della domanda gas, quali tra le altre il razionamento della domanda di gas industriale e civile.

Fonte: La Repubblica (A&F) – M. Frojo (pag. 38)