Le previsioni degli analisti sul taglio di 2,7 milioni di barili di petrolio (che rappresenterebbe il quinti taglio settimanale consecutivi), insieme alla decisione presa dall’Arabia Saudita di tagliare un milione di barili al giorno la produzione a febbraio e a marzo 2021, hanno spinto le quotazioni del petrolio ai massimi da 11 mesi a questa parte. Nel frattempo, il presidente eletto degli Stati Uniti Biden ha promesso migliaia di miliardi di aiuti a imprese e famiglie al fine di stimolare la domanda e contrastare gli effetti della pandemia da Covid-19. Il Brent ha guadagnato l’1,28% a 56,3 dollari al barile, arrivando a sfiorare anche i 57 dollari, mentre il WTI (West Texas Intermediate) è salito dell’1,24% a 52,9 dollari. Nel frattempo, la Petro Logistic ha diffuso i dati di adesione agli accordi OPEC+ che a dicembre ha segnato uno dei punti più bassi, facendo registrare un calo al 75%, riportando i livelli al maggio del 2020, ovvero quando l’intesa è entrata in vigore. La ripresa economica cinese, invece, nel 2021 dovrebbe provocare un aumento delle emissioni di gas serra legate al settore energetico, che nel 2020 erano diminuite a causa del Covid-19.

Fonte: Il Giornale – red. (pag.20)