La strategia saudita comincai a funzionare: il rapporto mensile di Eia (Energy Information Adiministration) afferma che l’export di greggio dell’Opec è calato di 1,3 milioni di barili/giorno tra luglio e agosto. Nel mare del nord le estrazioni petrolifere sono diminuite di 50 mila barili/giorno riducendo le forniture di Brent ai minimi dal 2014. Nel 2017 si attende ancor auna crescita di 0,4 mbg fino a 9,25 mbg, destinati a salire ancora nel 2018 toccando il record di 9,84 mbg. I numeri della produzione non Opec hanno subito una limatura, legata ai rallentamenti in Russia e Kazakhstan, alleati del gruppo. Per effetto di cali produttivi in Libia, Venezuela, Arabia Saudita, Iraq ed Emirati Arabi Uniti l’Opec per la prima volta da aprile è tornata a ridurre l’output a 32,755 mbg in agosto. Il petrolio Brent per novembre ha chiuso con un +0,8% a 54,27$/barile; il Wti per ottobre dovrebbe chiudere con un +0,3% a 48,23$.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza e mercati – Sissi Bellomo (pag. 32)
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