L'Ocse ha appena pubblicato l'aggiornamento del consueto rapporto sui sussidi alle fonti fossili di energia. Più volte abbiamo sottolineato i limiti di questo esercizio. Oggi ci soffermiamo invece sui numeri che riguardano l'Italia.L'Ocse calcola l'ammontare totale dei sussidi a 3,6 miliardi di euro nel 2014 e in mezzo ci sono diverse spese fiscali (rimborsi di accise, prodotti con accisa ridotta, ecc) in cui la parte del leone la fanno l'autotrasporto, i prodotti destinati all'agricoltura, il trasporto marittimo e le agevolazioni per le zone montane. Tutte voci che il Governo intende rivedere, grazie al decreto attuativo della delega fiscale che proprio oggi dovrebbe ottenere il via libera definitivo dal Consiglio dei ministri. C'è un altro dato contenuto nel rapporto che vale la pena sottolineare. Spesso le polemiche sui sussidi alle fonti fossili sono accompagnate dalla richiesta di introdurre una carbon tax o di assegnare un prezzo alla CO2. Nel rapporto, l'Ocse calcola il prezzo della CO2 nei diversi Paesi sulla base dell'imposizione fiscale sui diversi prodotti energetici. In Italia questa “carbon tax informale” è di 80 euro la tonnellata di CO2, un livello inferiore solo ai Paesi nordici, dove una carbon tax vera e propria già c'è.
Stando a questi numeri, chi ha interessi nei combustibili fossili avrebbe dunque solo da guadagnare dall'introduzione di una carbon tax di 50 euro la tonnellata – almeno in Italia.
Fonte: Staffetta Quotidiana
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