Misurare il successo dei tagli alla produzione operati dell’Opec non è mai stato più difficile. Gli operatori petroliferi non stanno guardando solo agli ultimi dati dell’Opec, che dimostrano il rispetto dell’impegno per la cancellazione di quasi 1,2 milioni di barili al giorno dal mercato globale. Sono invece attenti ai segnali di crescita della produzione di oro nero negli Stati Uniti, come la riduzione delle scorte e il fatto che altri grandi produttori come la Russia stanno limitando i propri flussi. La complessità di questa matematica ha contribuito a porre un limite ai prezzi del petrolio: l’ultima prova si è vista lunedì scorso quando l’Opec ha pubblicato un rapporto ottimista. Un’altra incognita è la produzione non Opec. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, la Russia – il più grande produttore al mondo – è scesa a 100 mila barili al giorno nel mese di gennaio.
Fonte: MF – Georgi Kantchev, Benoit Faucon (pag. 9)
L’Asia è senza gas l’Europa si salva l’Italia ringrazia il Tap
Non c’è mica stato solo il Covid: a luglio ondata di caldo in Asia che fa crescere la domanda di energia per il condizionamento; a settembre un uragano in Camerun, uno dei maggiori produttori di gas, rallenta la produzione di Gnl che alimentaKerry: <<Europa e Usa insieme su Green deal e lotta al virus>>
Le due grandi sfide della green economy e della pandemia richiedono una risposta congiunta di Europa e Stati Uniti. Ora, con Biden alla Casa Bianca, tutto sarà più facile ma solo se si seguirà la strada della democrazia e della difesaPetrolio, con Biden lo shale perde anche l’appoggio politico
Indifferente al cambio della guardia alla Casa Bianca, il petrolio continuala sua avanzata sui mercati finanziari, dove si mantiene ai massimi da quasi un anno, vicino a 57 dollari nel caso del Brent, e intorno a 54 nel caso del Wti.