Il petrolio è ancora al centro di attenzione sui mercati. La disputa commerciale tra Usa e Cina continua a gettare ombre sull’economia globale: ha turbato le catene di approvvigionamento globale e rallentato la crescita delle due più grandi economie mondiali, riducendo il consumo di carburante in entrambi. La Cina è il più grande importatore di petrolio globale e ha ridotto le probabilità di trovare un accordo. Una serie di trend strutturali stanno rimodellando il mondo in cui viviamo: pressioni demografiche, esaurimento delle risorse naturali e capacità illimitata di networking degli individui rappresentano i principali pilastri di questo cambiamento. Dalla primi crisi del petrolio nel 1973 i consumi energetici globali sono raddoppiati, ma il mix energetico fatica a mutare. Nel 1970 il contributo del carbone e dei suoi derivati alla produzione globale era del 30%. E anche oggi è del 30%. La transizione energetica, pertanto, avrà bisogno di ingenti investimenti, che i privati non saranno in grado di sostenere. Ecco perché le autorità pubbliche devono scendere in campo (normativa, incentivi fiscali e spesa pubblica).
Fonte: La Stampa – Sandra Riccio (pag. 19)
Petrolio, con Biden lo shale perde anche l’appoggio politico
Indifferente al cambio della guardia alla Casa Bianca, il petrolio continuala sua avanzata sui mercati finanziari, dove si mantiene ai massimi da quasi un anno, vicino a 57 dollari nel caso del Brent, e intorno a 54 nel caso del Wti.Sanzioni Usa e caso Navalny, Nord Stream 2 torna nel mirino
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La Commissione europea ha aperto due call for applications per progetti nell'ambito delle reti intelligenti (“smart grids”) e delle reti per il trasporto della CO2 da far rientrare nel quinto elenco di progetti d'interesse comune &nd