È stato un lungo braccio di ferro, ma alla fine l’Opec non si è spaccata. Il vertice dell’Organizzazione si è concluso con l’impiego a portare più petrolio sul mercato: in teoria fino a un milione di barili al giorno aggiuntivi, insieme alla Russia e agli altri alleati. Sull’altare dell’unità il gruppo ha però dovuto fare sacrifici importanti. E la vittima principale in fin dei conti sembra essere l’Iran che rischia di consegnare ad altri Paesi Opec la sua quota di mercato. Per estrarre di più bisognerà coordinarsi con il comitato di monitoraggio sui tagli, che vigilerà affinché non ci siano “abusi” e affinché l’aumento di offerta non sia eccessivo. In pratica è ben possibile che le perdite di greggio iraniano legate alle sanzioni saranno compensate in fretta, proprio come voleva la Casa Bianca, con forniture saudite o di quei pochi altri produttori in grado di riaprire i rubinetti: gli Emirati arabi uniti, il Kuwait e tra i non Opec la Russia. Per ora il mercato ha reagito con ulteriori rialzi di prezzo alle notizie da Vienna.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Finanza&Mercati – Sissi Bellomo (pag. 9)
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