Il 2019 si prospetta come l’anno di svolta per il Mozambico, destinato ad entrare dell’Olimpo dei principali distributori di energia al mondo grazie ai 150mila miliardi di metri cubi di gas liquido nelle acque nel Nord del Paese. Questo tesoro sottomarino sarà in grado di trasformare il Mozambico in una potenza energetica capace di esportare 20 milioni di tonnellate di gas liquido all’anno. A partire dal 2022, il Paese diventerà il sesto produttore di gas liquido al mondo e il primo in Africa, superando Nigeria e Algeria; solo nella prima fase di estrazione, nelle casse dello Stato entrerà oltre il doppio del Pil nazionale. Grazie all’Eni, l’Italia è il primo investitore europeo in Mozambico: Eni e Anadarko hanno infatti scoperto l’immenso giacimento di gas e, sempre Eni, ha investito 8 miliardi di dollari per acquistare i diritti di estrazione nell’Area 4 del bacino che contiene 450 miliardi di metri cubi di gas liquido. Il rischio maggiore ora è che la regione nord del Mozambico venga destabilizzata da criminali comuni, pronti a lottare con le armi pur di spartirsi i profitti derivanti dal gas. I ricavi derivanti dall’estrazione sono vitali per il futuro del Paese.
Fonte: Repubblica, A&F – Lorenzo Simoncelli (pag. 16)
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