L'alleanza energetica tra i due Paesi era stata suggellata nel maggio del 2014 da un accordo da 400 miliardi di dollari, che prevede la fornitura ai cinesi di 38 miliardi di metri cubi di gas all'anno a partire dal 2018. «Non abbiamo alcun piano per la riduzione», ha detto Dvokovich in riferimento a possibili passi indietro, intervenendo a un appuntamento dell'Asia Society, «Vogliamo aumentare le esportazioni». Nella visione del vice premier, l'aumento dell'export servirà a cementare ulteriormente i rapporti con Pechino, verso la quale la Russia è stata spinta dalle sanzioni imposte in seguito al coinvolgimento nella crisi ucraina e le relative difficoltà economiche. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dall'agenzia di stampa britannica, il progetto di fornitura di gas a Pechino potrebbe comunque slittare al 2020. Una delle questioni irrisolte è l'affidamento della costruzione delle infrastrutture necessarie ad aziende cinesi. I ribassi del rublo avrebbero inoltre influito sui costi di importazione dell'attrezzatura necessaria. L'avvio delle esportazioni potrebbe quindi slittare di due anni.
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