Dopo le cadute in picchiata dei giorni scorsi che avevano portato ieri le quotazioni ai minimi da 12 anni, il petrolio risale sopra i 31 dollari ma arriva un allarme da Mosca. "E' necessario prepararsi al peggio se i prezzi del petrolio dovessero scendere ancora", ha detto il premier russo Dmitri Medvedev. "Le possibilità dello Stato non sono infinite". Medvedev ha poi sottolineato che la classe media "si è impoverita" ma che la crisi è "ben lontana" dai livelli del 1998. Il rischio, ha aggiunto, è che il Paese entri in "depressione", dalla quale "è altrettanto difficile uscire che da una crisi". Intanto il Cremlino ha ordinato degli 'stress test' tenendo conto di tre scenari: il petrolio a 25 dollari al barile, a 35 e a 45. Lo riporta Rt. La tenuta dei conti, per il 2016, era basata su un prezzo fissato intorno ai 50 dollari al barile.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Sissi Bellomo (pag.2)
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