Gazprom a settembre metterà all'asta 3,2 miliardi di metri cubi di gas: una mossa inedita per il gruppo, che finora - almeno ufficialmente - ha sempre utilizzato contratti di fornitura pluriennali, che vincolano a pagare un volume minimo di gas anche quando non viene ritirato. Le aste, che riguardano gas consegnabile in Germania tra ottobre e marzo, non sostituiscono i tradizionali canali di vendita, sottolinea Gazprom Export, responsabile della commercializzazione all'estero: «Affrontiamo la sfida di un mercato dell'energia meccanismo di vendite, che diventerà uno strumento addizionale ma non alternativo al sistema dei contratti di lungo termine, che garantiscono sicurezza energetica all'Europa». La spiegazione più immediata della svolta è di tipo economico. I contratti di Gazprom prezzano il gas in base a formule indicizzate a prodotti petroliferi (anche se di recente sono stati introdotti elementi correttivi, compreso talvolta un riferimento ai prezzi spot del gas). Il crollo del petrolio è stato devastante per il gruppo russo, già in difficoltà al punto che la sua produzione rischia di scendere al minimo storico.
Fonte: Il Sole 24 Ore Finanza & mercati
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