Il 2018 è stato un anno positivo per il business gas di Eni, tra crescita della domanda Ue, phase out di impianti a carbone, debolezza del nucleare e ridotta pressione competitiva del Gnl. Tuttavia per i prossimi anni l'outlook del Gruppo nel gas è debole, anche per la previsione di un atteso restringimento del differenziale di prezzo tra Italia e Olanda in particolare con l'avvio del Tap. Sul fronte dell'offerta di Gnl, Eni prevede che “dopo una temporanea riduzione delle forniture dovuta all'aumento della domanda asiatica e al rallentamento delle decisioni di investimento in nuovi progetti durante la fase negativa, le forniture di Gnl ricominceranno a premere sui mercati europei, per via di un previsto raffreddamento della domanda in Far East e dell'entrata in esercizio di nuova capacità”. Ancora, potrebbero accrescere l'offerta anche “nuovi gasdotti in fase di valutazione”, riferimento verosimilmente ai vari progetti Eastmed, Turkish Stream, in aggiunta naturalmente al Nord Stream 2. Gli sviluppi citati si prevede “aumenteranno la liquidità del mercato e metteranno sotto pressione lo spread tra i prezzi spot del gas agli hub del Nord Europa”, che sono il principale parametro per l'indicizzazione dei contratti di approvvigionamento Eni, “e i prezzi del mercato spot in Italia”, che invece è il principale mercato finale di sbocco per il gas del gruppo.
Fonte: Staffetta Quotidiana
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