Italgas è diventata grande. Con la presentazione del nuovo piano industriale al 2023 avvenuta settimana scorsa, la società nata da uno spin off di Snam, ha completato quello che potremmo definire il suo processo di maturazione. Al pari di quanto accaduto, in precedenza, a Snam e Terna una volta conquistata l’indipendenza societaria rispettivamente da Eni e da Enel, anche Italgas ha seguito lo stesso percorso di “maturazione” e di crescita. Un’ulteriore fase di crescita avverrà sfruttando le gare indette per la distribuzione del metano, a completamento - pur con un quindicennio di ritardo - della liberalizzazione dei servizi energetici nati dal decreto Letta. L’Italia è stata divisa in 177 Atem (ambiti territoriali), dove il servizio andrà al miglior offerente a parità di soluzioni tecnologiche offerte. «L’aver presentato un piano su 7 anni – dice l’amministratore delegato Paolo Gallo - si spiega proprio con le gare per gli Atem: siccome prevediamo che le gare non termineranno prima del 2021, abbiamo bisogno dei due anni successivi pieni per vederne i risultati e gli effetti sul piano economico e patrimoniale. Da qui la necessità di una rappresentazione basata su un arco di tempo più lungo rispetto ai tipici 4 anni. Gare di questo tipo sono molto articolate e complesse e richiedono competenze che anche l’Autorità per l’Energia, grazie a un positivo lavoro, cerca di supportare attraverso un processo di apprendimento continuo. Ciò nonostante alcune stazioni appaltanti, più di altre, avranno bisogno di più tempo per predisporre le gare». «Nell’ambito della distribuzione del gas si tratta di un vero salto quantico - spiega Gallo - perché grazie ai contatori intelligenti e ai sensori che distribuiremo lungo la rete sarà possibile monitorare con precisione i punti più significativi della rete e intervenire con sempre maggiore tempestività se non anche in anticipo rispetto alle necessità. Ma anche svolgere, grazie alla mole di dati che saranno in nostro possesso, attività predittive che ci permettano, per esempio, di pianificare con sempre maggiore efficienza le attività di ordinaria e straordinaria manutenzione. Una rivoluzione senza precedenti».
Fonte: La Repubblica, Affari&Finanza – Luca Pagni (pag. 19)
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