Ufficialmente sono rimasti solo dieci giorni all’Eni e agli altri partner del consorzio Kpo, che sviluppa il giacimento di Karachaganak, per versare il conguaglio fiscale di 1,6 miliardi di dollari reclamato dal Governo del Kazakhstan. Trascorso il termine del 30 settembre, Astana minaccia di procedere con un arbitrato. Ma ora i tempi potrebbero allungarsi a fine anno perché Eni & co avrebbero fatto una proposta alternativa al versamento cash: costruire un impianto per il trattamento del gas. Il Governo kazako sembrerebbe intenzionato a rispedire la proposta al mittente perché la giudica economicamente insufficiente, prendendosi del tempo per valutarla consentendo così di allungare le trattative di qualche altro mese.
Fonte: MF, Mercati – Angela Zoppo (pag. 15)
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