La politica energetica dell'Unione europea manca di uniformità e c'è chi gioca su due tavoli. Ma attenzione a non commettere l'errore di penalizzare l'Italia e la sua posizione al centro del Mediterraneo, vicina alle nuove rotte del gas che nei prossimi anni consentiranno la diversificazione degli approvvigionamenti per l'Europa». Non è sorpreso, perché è già accaduto in passato. Ma, di sicuro, non l'ha presa bene. Perché Carlo Malacarne, da cinque anni alla guida del gruppo Snam, da tempo sta lavorando per la realizzazione di una rete del gas europea Alleato alla società belga Fluxys, Snam è diventata leader nella gestione dei tubi che distribuiscono metano in tutto il Vecchio Continente: una rete che comprende infrastrutture in Germania, Austria e Svizzera, in Belgio e nel sud della Francia e di cui fa parte anche l'Interconnector, il tubo che passa sotto la Manica e da cui arriva il gas del Mare del Nord. Ma il progetto a cui sta lavorando Snam è ancora più strategico: è entrato come socio nel progetto Tap, che porterà in Italia il metano dell'Azerbaijan. L'idea è quello di trasformare l'Italia in un "ponte" del gas in arrivo da Asia e Africa e farlo arrivare nell'Europa settentrionale. Un progetto appoggiato dalla Ue. Almeno fino a ora.
Fonte: La Repubblica, R2 – Luca Pagni (pag. 36)
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