Dalla scoperta del gas nel 2011 l’isola di Cipro è sempre di più il terreno di confronto tra sfidanti ben più potenti dei suoi residenti, divisi da una linea di demarcazione da oltre cinquanta anni, turco-ciprioti e greco-ciprioti. Gli stranieri a tenere il palcoscenico adesso sono tanti, tra cui la Turchia che assedia le acque cipriote con tre imbarcazioni da perforazione e ricerca. Duplice la posizione di Erdogan infatti, da un lato sottolineare come il mandato di estrazione del gas non possa essere concesso a compagnie straniere, dall’altro rivendicare i diritti di sfruttamento su alcune aree di mare che si sovrappongono a quelle Cipriote. Gli interessi sui giacimenti ciprioti coinvolgono anche l’EastMed: un futuro gasdotto che dovrebbe portare il gas dal Mediterraneo orientale fino in Grecia attraverso Cipro e Creta, su cui la Turchia non è stata coinvolta. Nel frattempo un gruppo di studenti della Frederick University di Nicosia, dibatte della guerra del gas: “fanno tutto questo casino per qualcosa che è già passato, pensino piuttosto alle energie pulite, qui di sole ne abbiamo da vendere e non ce lo ruba nessuno.” Afferma uno di loro.
Fonte: La Repubblica – Stefania Di Lellis (pag. 19)
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