Si può affermare che anche nel settore petrolifero sia in atto una sorta di quantitative easing: sono i produttori non convenzionali americani che in questo caso hanno aperto il rubinetto e che, appena il petrolio tocca i livelli superiori, espandono automaticamente la produzione. E pur non essendo tantissimo il volume, è sufficiente per fare salire il tetto e impedire che le quotazioni salgano. Nell’ultimo anno infatti si sono riscontrati sorprendenti incrementi di efficienza nelle tecnologie di estrazione dello shale oil. Si stanno aprendo scenari nuovi se si tiene in conto anche il processo di efficientamento energetico e la crescita delle tecnologie per le rinnovabili. Anche per il gas c’è un eccesso di offerta che ha ridotto la rilevanza del tema della diversificazione delle fonti ed annullato i rischi di approvvigionamento. Siamo in un’era di abbondanza con un cambiamento radicale tra produttori e consumatori, a vantaggio di questi ultimi.
Fonte: Corriere Economia – Carlo Maria Pinardi (pag. 24)
Petrolio, con Biden lo shale perde anche l’appoggio politico
Indifferente al cambio della guardia alla Casa Bianca, il petrolio continuala sua avanzata sui mercati finanziari, dove si mantiene ai massimi da quasi un anno, vicino a 57 dollari nel caso del Brent, e intorno a 54 nel caso del Wti.Sanzioni Usa e caso Navalny, Nord Stream 2 torna nel mirino
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La Commissione europea ha aperto due call for applications per progetti nell'ambito delle reti intelligenti (“smart grids”) e delle reti per il trasporto della CO2 da far rientrare nel quinto elenco di progetti d'interesse comune &nd