Meno petrolio e meno metano estratti dai giacimenti nazionali, a vantaggio delle importazioni da Paesi lontani. Anche in agosto l’indice dell’Istat sulla produzione industriale ha rilevato una caduta profonda (-17,7%) per il segmento dell’attività estrattiva, settore che comprende la ghiaia delle cave, i minerali strappati delle gallerie nelle viscere delle montagne ma anche – anzi, soprattutto – il petrolio e il gas dei giacimenti nazionali. Il crollo dell’estrazione di greggio è dovuto ai mesi di paralisi con cui la magistratura di Potenza aveva sequestrato dal 31 marzo il centro oli dell’Eni a Viggiano, in Basilicata, bloccando tutti i giacimenti della val d’Agri dove si producevano fino a punte di 70mila-80mila barili di greggio al giorno, in media sui 55mila-60mila. Solamente a metà agosto la magistratura potentina ha concordato con l’Eni lo sblocco degli impianti, i quali dopo i lavori di adeguamento sono tornati lentamente a lavorare. Per quanto riguarda il metano, il calo di produzione è più lento e graduale per lo svuotarsi dei giacimenti. In agosto dalle riserve di gas si estraevano ogni giorno 91mila barili equivalenti di petrolio, mentre nell’agosto 2015 l’estrazione era di 113mila barili e nell’agosto 2014 si producevano 119mila barili di gas al giorno.
Fonte: Il Sole 24Ore – J.G. (pag. 2)
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